Da tempo fra gli addetti ai lavori si parla dell’eliminazione della “maggior tutela”, ossia del regime accessibile ai clienti domestici (e non solo) che non vogliono passare al mercato libero. Nei giorni scorsi la norma era apparsa nelle bozze del DDL Concorrenza scatenando diversi commenti, soprattutto perché indicava una data molto vicina per la fine della maggior tutela: giugno del 2016. Venerdì 20 febbraio il governo ha approvato un testo che conferma la proposta di eliminare la maggior tutela ma con tempi dilatati.

Va premesso che i due mercati non sono identici, nel caso dell’elettricità esiste una società di totale controllo statale, l’Acquirente Unico (AU), che in prima persona provvede all’acquisto sul mercato all’ingrosso dell’elettricità venduta ai clienti finali. In base ai suoi costi di approvvigionamento l’Autorità fissa trimestralmente il prezzo dell’energia e gli altri costi che finiscono in bolletta.

Per quanto attiene, invece, il settore del gas naturale la completa liberalizzazione del mercato è avvenuta già dal 1° gennaio 2003, non esiste un acquirente unico e la separazione delle attività di vendita e di distribuzione è stata imposta a tutte le imprese distributrici, a prescindere dal numero di punti di riconsegna serviti.

La tutela esistente è costituita solo dalle condizioni economiche definite dall’Autorità che tutti i venditori hanno l’obbligo di offrire a coloro che non hanno scelto il mercato libero. Queste condizioni economiche sono determinate dall’Autorità secondo una logica analoga a quella su cui è basata la determinazione dei prezzi del servizio di maggior tutela nel settore elettrico, cioè in modo da riflettere le condizioni di costo di un operatore efficiente del mercato. L’algoritmo di calcolo è stato aggiornato nel corso del 2013 prendendo in considerazione il prezzo del gas spot (mercato all’ingrosso a breve termine) favorendo così la discesa dei prezzi del 7% nel periodo aprile-dicembre 2013.