Il mercato del pellet combustibile è in continua evoluzione: la standardizzazione del prodotto e lo sviluppo normativo lo hanno reso disponibile in un mercato globale facendolo diventare una nuova commodity. La crescita dei consumi in Europa e in modo particolare in Italia è costante. A fronte di un consumo crescente, però, si assiste nel nostro paese ad un calo della produzione, perdendo così l’opportunità di sviluppare importanti economie locali legate al territorio.
Questa tendenza può e deve essere invertita, in maniera sostenibile, con l’impegno e la volontà di tutti gli attori della filiera, con la valorizzazione delle risorse forestali e degli scarti agricoli e attraverso una nuova visione politica. La produzione del pellet comporta un notevole consumo di energia sia elettrica, per tutti i processi di macinatura, movimentazione e trasformazioni fisiche del materiale, sia termica, per essiccare la materia prima in ingresso al fine di abbassarne il contenuto di umidità fino ai valori richiesti. La cogenerazione, operata con i materiali poveri in ingresso non compatibili con la produzione del pellet quali ramaglie e cortecce, è uno strumento che permette di ridurre sensibilmente gli impatti ambientali, riducendo al minimo quella che viene chiamata energia grigia del processo produttivo. Inoltre, gli impianti di produzione pellet con sistema cogenerativo possono ridurre sensibilmente i costi di produzione. Implementare la cogenerazione con tecnologia ORC in un impianto di produzione pellet non comporta, quindi, l’esigenza di personale dedicato e aggiunto rispetto all’equivalente impianto di produzione pellet senza cogenerazione. I cicli ORC trovano applicazione sempre più diffusa nella produzione del pellet, con decine di referenze in Europa, tra cui anche in Italia, su impianti con capacità produttiva a partire da 8.000 t/a fino ad arrivare a 240.000 t/a